SUPERHOT
10/05/2023 - 12:00I più scettici penseranno che, arrivati a questo punto, un FPS ha ben poche novità da offrire per sorprendere. SBAGLIATO! Se sentite la necessità di un progetto che dia una smossa a questo genere a tal punto da farlo finire sotto sopra, questo gioco fa al caso vostro
È difficile spiegare SUPERHOT senza rompere la sua magia e nessun articolo che leggerete né video che vedrete sarà capace di rendere giustizia all’esperienza che vi aspetta.
Come tante altre storie indie di successo, anche questa iniziò in una di quelle jam session in cui programmatori alle prime armi iniziano a tirare fuori fiumi di idee folli in un lasso di tempo davvero breve. Era il 2013 e l’idea gli piacque talmente tanto che prepararono ben presto una demo per browser che si può ancora provare. Da questa passarono a Steam Greenlight e poi a Kickstartes, in una marcia trionfante di finanziamenti che culminarono nella pubblicazione definitiva a fine febbraio.
La magia di questo gioco, quel dettaglio nel disegno che lo rende qualcosa di completamente diverso da qualsiasi altro esemplare del genere, è che il tempo avanza solo quando ci muoviamo. In questo modo vedremo le pallottole nemiche venire verso di noi come linee rosse nell’aria che dovremo evitare mentre approfittiamo di qualsiasi risorsa a nostra disposizione per uscirne sani e salvi.
Se la teoria vi sembra interessante, vi assicuriamo che nella pratica ci troviamo davanti a una delle proposte più geniali che possiate immaginare. E no, non è come credete. Anticipare gli attacchi e difendersi nel modo corretto non è affatto facile, nonostante abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione.
In effetti, ogni passo che facciamo, ogni movimento della videocamera, ogni pressione sul grilletto, sarà una decisione che non potremo cambiare. Quindi, persino un semplice errore di calcolo potrà mandare all’aria i tuoi progressi. Il gioco si basa sulla classica meccanica per tentativi ed errori, ma quando saremo riusciti a portare a termine ogni livello, la sensazione di soddisfazione sarà infinita. In un certo senso, ricorda abbastanza l’esperienza di farsi strada in Hotline Miami, in cui si doveva morire ancora e ancora a ogni livello fino ad arrivare alla partita perfetta.
Dal punto di vista visivo, il gioco mette in chiaro quello che vuole dirci: scenari di un bianco immacolato in cui risaltano solo i nemici di un rosso minaccioso e gli oggetti di un nero intenso che si possono usare come armi (da fucili d’assalto a bicchieri di vino). In questo modo potremo capire in modo quasi istintivo a cosa andiamo incontro e su che aiuti possiamo contare ogni volta che ci troviamo in mezzo a una battaglia.
In effetti, quasi tutti i livelli iniziano nel bel mezzo di una battaglia, con nemici che ci stanno attaccando o situazioni che mettono a repentaglio la nostra vita. Per essere un gioco in cui siamo noi a segnare il ritmo del tempo, SUPERHOT non lascia un attimo di respiro.
Un altro aspetto con cui SUPERHOT vuole lasciare il segno è la sua storia, la quale punta tutto sul rompere a colpi la quarta parete, facendo sì che ci ritroviamo a essere protagonisti e spettatori quasi in egual modo. I menu sono presentati come il sistema operativo di un computer antico con cui possiamo interagire, con un’infinità di dettagli e tecniche di disegno, che da parte loro costituiscono dei minigiochi all’interno del grande gioco in moto su questo termina.
Man mano che l’avventura prosegue, le barriere tra questo menu, gli scenari all’interno dei quali giochiamo e la storia che circonda tutto questo andrà fondendosi in una struttura intricata. Non c’è dubbio, il suo approccio alla narrazione è intelligente e originale come la reinvenzione meccanica dello shooter.
A tutto questo vanno aggiunte le sfide fuori del mondo della storia alle quali avremo accesso, come anche i tanti segreti nascosti dietro l’intricato menu, tra cui alcuni minigiochi molto semplici ma davvero divertenti. Ma al di sopra di tutto ciò, ovviamente, risplende la fantastica esperienza che racchiude questo gioco tanto inarrestabile, tanto originale e tanto candidato a esser considerato un’opera di culto nel futuro prossimo. Resta a voi capire il vero perché.